Perché alcuni guariscono ed altri no?
Queste domande sono tanto laconiche quanto
complesse. Dare una risposta
esaustiva ad una tematica tanto delicata esaurendo la
spiegazione in poche righe è un’operazione tutt’altro che
semplice. In ogni caso, proverò ad
accennare delle spiegazioni.
Ci sono individui il cui equilibrio personale è tale da
rendere estremamente improbabile lo sviluppo di una
condizione di dipendenza. Il loro rapporto con le droghe,
come ad esempio l’alcool o il gioco d’azzardo, si mantiene
limitato e non si associa mai allo sviluppo di un bisogno.
Per converso, esistono persone che presentano un alto
rischio di sviluppare una condizione di dipendenza, essendo
la loro personalità segnata da uno squilibrio che incide
profondamente sulla qualità della loro vita e delle loro
relazioni interpersonali.
Lo stato di dipendenza offre loro un’occasione di equilibrio
provvisoria e pericolosa ma soggettivamente appetibile.
Questo porta ad un’attiva ricerca della sostanze che evolve,
in modo più o meno rapido ma inesorabile, verso la perdita
di controllo e la deriva della dipendenza.
Infine, si può distinguere una categoria di persone
intermedie fra le prime e le seconde. Si tratta di individui
che sviluppano la dipendenza solo a seguito di circostanze
di vita particolarmente sfavorevoli e dolorose (Lutti,
separazioni, perdita del lavoro ...).
In condizioni di normalità la loro personalità è
sufficientemente forte, ma esposta ad eventi traumatici
risponde con aspetti regressivi che aumentano la
vulnerabilità personale. Questo, associato alla facilità con
cui si può entrare in contatto con le varie droghe, può
scatenare la ricerca continua della sostanza e l’instaurarsi
di una dipendenza.
Le diverse disposizioni personali descritte sono associate a
prognosi diverse : La
prima condizione tende ad escludere la ricerca di “Paradisi
artificiali” ed il loro bisogno; L’ultima
è molto pericolosa ma un po’ più semplice da trattare, con
buone speranze di miglioramento.
La condizione più difficile e drammatica è quella associata
a tratti di personalità che determinano una forte sofferenza
esistenziale. Questa condizione di dolore (Precedente
all’incontro con la droga) rende la dipendenza
particolarmente pervicace, poiché la sostanza diventa
l’unico modo per lenire il proprio dolore e cambiare la
propria condizione di vita.
Quando la droga viene assunta per guarire i “Dolori
dell’anima” si verifica un circolo vizioso pericolosissimo e
difficilissimo da spezzare, con esisti a volte fatali.
Il rischio di ricadere nella droga dopo trattamenti di
disintossicazione e soggiorni in comunità è molto alto e,
per questo, la strada della guarigione non è mai lineare ma
dolorosa ed esasperante perché
intervallata da continue ricadute. Si tratta della peggiore
delle battaglie!
Francesca Bravi
(Psicologa, Firenze) |