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TERAPIA PSICOLOGICA BREVE E LUNGA

Dalla terapia centrata sul “Problema” alla terapia finalizzata alleSoluzioni.

La terapia psicologica centrata sulla soluzione prevede, tipicamente, una sequenza di incontri settimanali limitati nel tempo, di un’ora l’uno. Il numero degli incontri va stabilito sin dal primo contatto con il professionista o, al più, nel corso della prima seduta. La relazione terapeutica, nella terapia centrata sul problema, tende ad assumere una forma del tutto particolare: il cliente, nell’arco temporale di ogni incontro, si distacca da tutte le altre relazioni e si concentra soltanto sul rapporto con lo psicologo che, come terapeuta, viene ad assumere una posizione centrale nella sua esperienza di vita. Nella terapia centrata sul problema il primo incontro vede l’ingresso del cliente in una sorta di “scatola nera” controllata dall’”esperto”, all’uscita della quale si saranno stabiliti i temi da affrontare e la diagnosi del problema, e quindi si avvierà il processo di cambiamento personale. Nell’approccio del dialogo centrato sulla soluzione, invece, non appare concepibile che un terapeuta, per quanto bravo, sia detentore di tanto expertise; né che abbia bisogno di attendere sino al primo incontro per cominciare il suo lavoro con il cliente. A partire da ciò che quest’ultimo gli dice, il nostro terapeuta tenderà a credere che la richiesta di un incontro segnali già la presenza, da parte del cliente, di una certa disponibilità a impegnarsi; prenderà fin da subito sul serio, cioè, l’intenzione del cliente di “fare qualcosa” rispetto al problema che lo assilla. Non vi sarà, da parte del terapeuta, alcuna previa assunzione di ambivalenza del cliente, o magari di una sua resistenza, rispetto allo svolgimento dell’incontro terapeutico.

Questo vuol dire che il tempo intermedio tra il primo contatto e il primo appuntamento rappresenta già, in questa prospettiva, un importante periodo di cambiamento. La storia di ciascuno di noi è in continua evoluzione perciò le persone cambiano già dal primo contatto telefonico al momento del primo incontro. Nella terapia centrata sulla soluzione si cerca di trarre il massimo beneficio da questa possibilità: sin dal primo contatto telefonico, il terapeuta chiederà al futuro cliente di annotare ogni cambiamento che avvenga prima del loro incontro, per poi interrogarlo in merito, una volta che i due si trovino a colloquio. Ci sono dei casi in cui i clienti fanno un uso così positivo di questo lasso di tempo, da arrivare già al primo incontro con il problema risolto. Una possibilità che i terapeuti centrati sul problema guarderebbero con grande preoccupazione, giudicandola nulla più che rischiosa “fuga in avanti”. Nella loro prospettiva, infatti,

Giacché un cambiamento di comportamento, per essere duraturo, deve incidere sulla sfera dell’inconscio, e quindi mette in gioco le soluzioni difensive del cliente rispetto ai problemi che lo tormentano, ne discende che il counseling si traduce, il più delle volte, in un processo lento e faticoso, che incontra non poca resistenza. (Noonan, 1983, p.48)

Sotto questo profilo, la visione dei terapeuti che seguono una terapia centrata sulle soluzioni è radicalmente diversa: i casi in cui il cliente arriva al primo incontro con una soluzione sono senz’altro ben visti. Potrebbero rivelarsi utili, comunque, almeno un paio di incontri, al fine di “consolidare”, grazie al dialogo con il terapeuta, la storia alternativa che il cliente ha saputo costruirsi. Nell’esperienza della Terapia Breve, comunque, non sono pochi i casi di clienti che partecipano a una seduta soltanto, con esiti per lo più soddisfacenti, specie quando si riesce a valorizzare il tempo compreso tra il primo contatto e il primo appuntamento (Miller, Hubble e Duncan, 1996). Quando Talmon (1990), anni fa, ha cominciato ad applicare il modello centrato sulla soluzione, l’idea da cui partiva era ben precisa: se i clienti non si ripresentavano dopo il primo incontro, voleva dire che si erano ritirati (e che il counseling, di conseguenza, era fallito). Nel corso della sua ricerca, tuttavia, scoprì qualche cosa di diverso: gran parte di quei soggetti, in realtà, aveva realizzato i propri obiettivi, grazie a quell’unico incontro.

Michele Scala, psicologo psicoterapeuta, Padova

Bibliografia

- Noonan, E. (1983) Counseling Young People (London: Methuen)

- Miller S.D., Duncan, B.L. and Hubble, M.A. (1996) Handbook of Solution-Focused Brief Terapy (San Francisco: Jossey-Bass)

- Talmon, M. (1990) Single Session Terapy: Maximising the Effect of the First (and often only) Therapeutic Encouter (San Francisco: Jossey-Bass)

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