PNL PSICOLOGI

Curare Disturbi Alimentari

Fattori Psicologici Obesità

Corretta Alimentazione

Home                   Presentazione                   Contatti                   Corsi Psicologia                   Corsi Comunicazione

Rubriche

Lettera al direttore

Psicologo OnLine

Offerta Lavoro Psicologi

Libri Psicologia

Concorso per Psicologi

Sindacato Psicologi

NLP

Link Psicologia

Supplementi

Allergia

Anoressia

Ansia

Apprendimento

Bambini

Benessere

Coppia

Ipnosi

Parto

Programmazione Neurolinguistica

Psicoterapia

Timidezza

Giornali

Informazione

Liste Civiche

PNL

Torino Notizie

Vendite

ANORESSIA

BULIMIA

OBESITA'

Definizioni

SCOPRIRE, CONOSCERE, CURARE DISTURBI ALIMENTARI

Scoprite quali sono le possibili cause dell'insorgere d'un disturbo alimentare.

I disturbi del comportamento alimentare hanno assunto negli ultimi decenni proporzioni preoccupanti tra le patologie psicologiche che affliggono il mondo occidentale. L’età d'insorgenza è mediamente fra i 14 e i 18 anni con una netta prevalenza femminile (85%). Le cause sono generalmente multiple, di natura familiare, individuale e socio-culturale. Oggi si parla di “Sindrome Anoressico Bulimica”, inquadrando così le due tipologie di disturbi alimentari classici, anoressia e bulimia, lungo un continuum che sottende una problematica comune.

Analizziamo per primi i fattori familiari che possono essere implicati nello sviluppo di tali patologie. Nel caso dell’anoressia da sempre ha rivestito un ruolo fondamentale il rapporto fra la ragazza e la figura materna: un legame particolarmente intenso, con una forte identificazione della madre con la figlia, spesso in compensazione ad una relazione coniugale deludente, ma tenuta nascosta. Spesso queste donne hanno rinunciato alla loro realizzazione personale in favore della famiglia, da cui nascono i vissuti depressivi e l’attaccamento morboso verso le figlie, con un comprensibile vissuto d'eccessiva responsabilità di queste ultime verso le madri, in una paradossale inversione di ruoli. In queste famiglie la comunicazione passa attraverso il cibo, tutta l’attenzione è incentrata sul corpo della figlia, le cui difficoltà emotive sembrano non esistere. Queste figlie rappresentano l’espressione dei desideri dei genitori, un mezzo per colmare un vuoto che non potrà mai essere riempito realmente.

Anche nel caso della bulimia esistono difficoltà rispetto alla separazione, in particolare dalla madre: l’ingestione del cibo rappresenterebbe il desiderio di fusionalità simbiotica con essa e l’espulsione un tentativo di separarsene. Le madri si rapportano alle figlie come fossero estensioni di se stesse; in queste famiglie ogni membro dipende dall’altro, soprattutto nel gestire le qualità “cattive” e inaccettabili, che spesso vengono proiettate sulla ragazza bulimica, con conseguente costante attenzione su di essa e sviamento dai reali problemi, di solito conflitti coniugali.

La figura del padre, poco studiata in realtà, è comunque importante e spesso rappresenta una risorsa determinante in terapia. Infatti, il padre spesso c’è ma è silenzioso ed assente. Il più delle volte questa assenza è carica di risentimento per essere stato espulso dalla “coppia” formata da madre e figlia; egli però non protesta e non agisce, quindi solo rientrando nel suo ruolo di compagno della madre potrà favorire il raggiungimento di quella separatezza e di quella identità personale fondamentali per la crescita emotiva di tutti i membri della famiglia.

Per quanto riguarda l’incidenza dei fattori socio-culturali vi sono numerosi studi a proposito. L’ipotesi è che il dilagare dei disturbi alimentari nella società occidentale sia l’espressione estrema del mutamento radicale avvenuto a partire dagli anni sessanta delle aspettative sociali nei confronti delle donne. I problemi psicologici infatti ruotano attorno a questioni di autostima, autonomia e successo in un clima generale di crisi rispetto all’identità femminile e di ambiguità circa la definizione del ruolo della donna. Essa infatti è soggetta a spinte contraddittorie, spesso inconciliabili: da una parte viene promossa (soprattutto dai mass media) l’immagine della “superdonna”, forte e di successo, dall’altra permane l’idea tradizionale che il proprio valore sia legato alle capacità di protezione, cura, nutrimento, assistenza e in fondo di passività, così come tramandato da un’educazione millenaria.

Ecco quindi come tutte queste richieste, pressanti e paradossali, generino un sentimento profondo di insoddisfazione, svuotamento, una spaccatura nella propria identità, tra una facciata di perfezione, compiacenza e capacità da un lato e dall’altro un sé nascosto che prova sentimenti confusi di bisogno, rabbia e impotenza.

Tutte queste problematiche vengono spostate sulla gestione (rifiuto, incorporazione, espulsione) del cibo, che però bisogna sottolineare ne è solo una manifestazione simbolica, per cui in terapia non è consigliabile una focalizzazione su di esso, ma piuttosto sulle tematiche sottostanti di cui abbiamo discusso.

Laura Villata, psicoterapeuta, Torino

APPROFONDIMENTI

Disagio Psicologico Bambini : Problemi Alimentari durante l'Infanzia

Anoressia Mentale Infantile, Primi Segnali, Problemi Psicologici

Consulenza Psicologica Gratis

REDAZIONI REGIONALI

Abruzzo

Basilicata

Calabria

Campania

Emilia Romagna

Friuli Venezia Giulia

Lazio

Liguria

Lombardia

Marche

Molise

Piemonte

Puglia

Sardegna

Sicilia

Toscana

Trentino Alto Adige

Umbria

Valle D'Aosta

Veneto

Problemi Alimentari - Scoprite Fattori Psicologici Obesità - Corretta Alimentazione, Bulimia, Anoressia

Supplemento Specialistico del Giornale InformazioneOnLine.Info

Bini Matteo - Strada del Fioccardo 92 - 10133 TORINO (ITALY) - C.F. BNIMTT63A07G834U